Notiziario Allergologico 2016; vol. 35: n. 1: 30-34. La carriera di Gennaro D’Amato a cura di Fabrizio Ottoboni
Ultimamente hai scritto molte cose non di medicina. Vuoi parlarne?
Ti ringrazio per questa domanda. Per me scrivere è un piacere , è un’attività stimolante e i commenti positivi sui libri di medicina ponderosi ed utilizzati come libri di testo da tante scuole di specializzazione in malattie respiratorie ed in allergologia di tante università italiane mi hanno stimolato a scrivere, con l’editore Rogiosi di Napoli, anche testi che definirei “laici”, come due libri di aforismi e poi i due ultimi di racconti: “Racconti di un medico” e l’ultimo, che piace molto a medici e non medici: “Basta avere una buona mira”. In realtà, nello scrivere racconti, mi sono sempre posto il quesito se può avere un senso rendere partecipi altre persone, talora perfetti estranei, dei propri ricordi personali. Io penso che i ricordi della propria vita non dovrebbero essere perduti e, soprattutto quelli interessanti, andrebbero trasmessi e diffusi. In sintesi penso che parole, sentimenti, pensieri, gesti, sapori, profumi, emozioni, entusiasmi, delusioni ed affetti dovrebbero essere ricordati e raccolti nel grande libro delle storie vissute, narrate e trasmesse. Sta poi a chi lo sfoglia, il grande libro dei ricordi, soffermarsi con maggiore attenzione su una storia piuttosto che su un’altra. D’altra parte il trasmettere le proprie esperienze, rendendo partecipi gli altri del proprio vissuto, genera nell’autore il batticuore che ogni scrittore conosce, quello che a tempo con i palpiti pare scandire la domanda: Sarà accettato quello che scrivo? Ebbene sembra proprio di sì, che siano piaciuti abbastanza i miei racconti, almeno a sentire chi ha voluto mettere per iscritto il proprio giudizio, talvolta anche molto positivo, come è il caso del Prof. Carlo Grassi, che, con entusiasmo, mi chiede di leggere in anteprima i miei racconti, che mi dice con convinzione di apprezzare molto.
- Indice
- 1. Introduzione
- 2. Come hai pensato alla possibilità che i temporali potessero essere un fattore di aggravamento dell’allergia stagionale da pollini e quando hai cominciato ad occuparti di <thunderstorm asthma>?
- 3. Ma gli eventi epidemici non sono per fortuna frequenti. Quale è l’interesse clinico per eventi del genere?
- 4. Nella tua “lunga” carriera in allergologia ed in pneumologia però non c’è solo la thunderstorm asthma come osservazione clinica ma ce ne sono anche altre.
- 5. Ultimamente hai scritto molte cose non di medicina. Vuoi parlarne?
- 6. Quale messaggio vuoi inviare ai Lettori del Notiziario Allergologico?