L’appello arriva proprio il 20 gennaio, nel “Trump day”, poche ore prima che il neoletto presidente degli Stati Uniti varchi ufficialmente la soglia della Casa Bianca: gli esperti di malattie respiratorie, sulle pagine della rivista Thorax, chiedono a Donald Trump interventi urgenti per migliorare l’aria che raggiunge i nostri polmoni. E indicano anche la strada da seguire. Basta prendere esempio da un leader politico del passato che Trump afferma di ammirare: il premier inglese Margaret Thatcher. La lady di ferro a metà degli anni Ottanta lottò infatti per mettere al bando i clorofluorocarburi (Cfc) utilizzati come refrigeranti e come propellenti per areosol.
Gli esperti hanno analizzato l’aumento di patologie, in particolare di malattie infettive, provocate da insetti e zanzare, e quelle allergiche. “C’è un trend in aumento di patologie respiratorie, soprattutto quelle allergiche per effetto delle variazioni climatiche, soprattutto nelle città
«L’incremento delle temperature e la distruzione dell’ecosistema dovuta al cambiamento climatico – avvertono gli scienziati – aumenta il rischio di diffusione di malattie come la malaria e ci rende più esposti a pericolose alghe, pollini e muffe e agli effetti dell’inquinamento dell’aria, attualmente la terza causa di morte nel mondo dopo la pressione alta e il fumo».
Il precedente accordo tra la città di Los Angeles e Pechino, non portato avanti , prevedeva in sostanza, la riduzione dell’inquinamento atmosferico del 28% tra il 2005 e il 2025, mentre per la Cina il processo sarebbe stato più lungo, toccando un nuovo picco d’inquinamento nel 2030, quando finalmente si avvierà la diminuzione.
Questi accordi erano senz’altro fondamentali per la riuscita di una ‘strategia mondiale’ di tutela dell’ambiente e riduzione dell’inquinamento.
Non possiamo dimenticare che queste nazioni hanno livelli d’inquinamento tra i più alti al mondo.n particolare gli Stati Uniti è l’unico Paese che non ha ratificato il protocollo di Kyoto. Anche se volesse procedere alla ratifica non potrebbe, poiché non rispetta ancora gli standard minimi.
La speranza e che questi accordi e, soprattutto, il raggiungimento degli obiettivi, segnino una svolta per la difesa del clima mondiale.