Solo alcune famiglie vegetali sono in grado di liberare pollini allergenici. Tra queste al primo posto come causa di pollinosi in Italia troviamo le Graminacee (mazzolina, codolina, gramigna dei prati ecc), erbe diffusissime caratterizzate dalla presenza di spighette di varie dimensioni, che impollinano prevalentemente in primavera, raggiungendo concentrazioni atmosferiche di polline più alte in Italia settentrionale e centrale rispetto all’Italia meridionale dove le temperature più elevate tendono a determinare un più precoce essiccamento di queste erbe.
Un’erba altamente allergenica è la Parietaria, una Urticacea che cresce soprattutto in Italia meridionale, in particolare nel napoletano. Essa ha un lunghissimo periodo di fioritura che va in genere da marzo a luglio e da settembre a fine ottobre. Potere allergenico hanno anche le Composite, che impollinano durante la stagione tardo-estiva-autunnale.
Tra di esse troviamo l’Assenzio (Artemisia vulgaris) e l’Ambrosia. Quest’ultima, introdotta in Italia dagli USA, è un’erba infestante che cresce in prati asciutti e soleggiati, lungo gli argini dei fiumi, sui margini delle strade e in genere nei terreni abbandonati, è particolarmente diffusa in Italia settentrionale. Tra gli alberi potere allergenico hanno soprattutto le Betulacee, le Cupressacee e le Oleacee. La Betulla è attualmente più diffusa che in passato in alcune regioni come la Lombardia dal momento che è stata maldestramente piantata in nuovi insediamenti urbani per la sua eleganza. Il Cipresso è responsabile di un numero sempre crescente di manifestazioni allergiche, soprattutto rinocongiuntiviti, nel periodo invernale. L’Olivo induce sintomi soprattutto rinitici a volte anche intensi tra fine maggio e giugno, in alcune regioni (Puglia, Campania, Toscana ecc). Esistono poi le cosiddette pollinosi da vicinato, quelle che colpiscono solo chi è molto vicino alla pianta, come la Mimosa.
Pur essendo le piante allergeniche generalmente più diffuse nelle zone rurali che nei centri urbani, la pollinosi colpisce soprattutto chi abita nei centri urbani con elevato traffico automobilistico. E’ stato infatti osservato che l’effetto degli allergeni liberati dai pollini viene potenziato dall’azione degli inquinanti atmosferici emessi dai motori alimentati con derivati del petrolio. Si determina infatti una interazione in atmosfera e a livello delle vie aeree per cui da una parte gli allergeni pollinici diventano più aggressivi per le mucose respiratorie e dall’altra i soggetti esposti hanno mucose già infiammate dagli inquinanti, il che facilita la penetrazione e gli effetti irritativi degli allergeni.
primaverili ed Le pollinosi hanno un decorso tipicamente stagionale ed in rapporto al loro periodo di insorgenza vengono distinte in preprimaverili,autunnali. Lo studio in atmosfera con particolari apparecchi campionatori delle variazioni della concentrazione dei pollini allergenici ha consentito di preparare i calendari pollinici che hanno importanza in medicina ai fini preventivi e terapeutici.
Peggioramento dei sintomi allergici durante i temporali
In diversi paesi del mondo è stato osservato che i temporali che si verificano nel corso della stagione pollinica possono provocare gravi attacchi di asma nei pazienti affetti da pollinosi.
Il cosiddetto “asma da temporale” (thunderstormrelatedasthma) è caratterizzato da vere e proprie epidemie di asma, forse causate dalla dispersione di particelle allergeniche respirabili. L’ipotesi principale per spiegare l’associazione tra asma e temporali è legata ai bioaerosol e al ruolo volto dall’acqua piovana che promuoverebbe il rilascio di PM respirabili. Nelle prime fasi di un temporale, i granuli pollinici (dopo idratazione e rottura per shock osmotico) rilascerebbero in atmosfera parte del loro contenuto citoplasmatico, tra cui particelle inalabili del diametro di pochi micron,dette “paucimicroniche”, in grado di veicolare allergeni, come granuli di amido e altri componenti.
In base allo scenario attuale, è ipotizzabile che nel corso dei prossimi decenni, si assisterà ad un aumento dell’intensità e della frequenza di forti precipitazioni, tra cui i temporali, ed è prevedibile che ciò si associ ad un aumento del numero e della gravità degli attacchi di asma negli adulti e nei bambini.
Sulla base di queste osservazioni e della possibilità che l’umidità ed il temporale possano indurre aggravamento dei sintomi nasali e bronchiali, è opportuno che i soggetti affetti da allergopatia respiratoria da pollini facciano attenzione durante le stagioni polliniche, evitando di stare all’aperto nelle fasi iniziali di un temporale e stiano in casa almeno per la prima ora del temporale. Se si trovano in strada è consigliabile rifugiarsi in un luogo riparato. Se ciò non è possibile è opportuno almeno evitare profonde inspirazioni coprendo la bocca ed il naso con un fazzoletto. In altri termini è importante tener presente che l’asma bronchiale che insorge nei soggetti pollinosici in corso di temporali durante le stagioni polliniche può essere anche grave.”
Prof Gennaro D’Amato MD
Coordinatore Commissione GARD “Ambiente e Salute Respiratoria” Ministero della salute Italia
Chairman Committee World Allergy Organization on “Air pollution, Climate Change and Respiratory Diseases