L’esposizione all’inquinamento atmosferico è un problema complesso che richiede l’azione delle autorità pubbliche a livello regionale, nazionale e internazionale. Con la riduzione dei livelli di inquinamento, si potrebbe contribuire alla diminuzione dell’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone. Inoltre, azioni volte alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico favorirebbero a un calo delle emissioni di gas che influiscono sui cambiamenti climatici, fornendo così altri benefici sulla salute e sull’intero ecosistema.
I principali obiettivi delle politiche ambientali volte alla riduzione dell’inquinamento atmosfericosono i seguenti:
• sostanziale riduzione/abbattimento delle fonti d’inquinamento;
• riduzione dell’esposizione umana mediante il controllo delle emissioni (es. variazioni nei flussi di traffico e diversa localizzazione dei poli industriali rispetto agli aggregati residenziali);
• ventilazione più efficiente negli ambienti indoor.
Per sviluppare politiche efficaci, a lungo termine, per ridurre i rischi sulla salute causati dall’ inquinamento atmosferico è indispensabile un approccio multidisciplinare e multisettoriale, in quanto le politiche di prevenzione coinvolgono settori diversi come quello dei trasporti, dell’edilizia, della produzione di energia e dell’ industria.
Tali obiettivi possono essere raggiunti attraverso interventi sia a livello individuale (limitazione del fumo, minor utilizzo di automobili e moto, uso appropriato di stufe e caminetti a legna ecc.), sia a livello collettivo (ad esempio mediante normative e sanzioni adeguate) e campagne di informazione/educazione rivolte alla popolazione per promuovere comportamenti e stili di vita corretti e proteggere dall’esposizione le fasce di popolazione più vulnerabili.
Azione normativa
Un importante strumento di supporto alle decisioni politiche per la tutela della salute dei cittadini viene fornito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), attraverso le linee guida rivolte ai diversi livelli istituzionali. Le Linee guida stabiliscono standard per i principali inquinanti, ma è previsto che i singoli Paesi possano adottare limiti più restrittivi rispetto a quelli raccomandati. Recentemente l’OMS ha presentato la revisione delle Linee guida per la qualità dell’aria, che propongono standard più bassi sui livelli degli inquinanti. L’Oms ritiene che, diminuendo il livello del PM10da 70 a 20 microgrammi per metro cubo, si potrebberidurre la mortalità nelle città inquinate del 15% all’anno.
Le nuove linee guida, inoltre, abbassano notevolmente anche i limiti raccomandati per l’ozono e il biossido di zolfo.
Il principale riferimento legislativo vigentein Italia in materia di monitoraggio e gestione della qualità dell´aria è il D.Lgs. n.155 del 13 agosto 2010, di attuazione dellaDirettiva 2008/50/CE, entrato in vigore il 30 settembre 2010che vede coinvolti nella sua attuazione Ministero dell’ambiente, Regioni, Province e Comuni. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, l’attuale ISPRA (ex APAT), effettua la raccolta delle informazioni relative alle reti di monitoraggio presenti sul territorio nazionale ed ai dati di qualità dell’aria. Le informazioni più aggiornate sulla qualità dell’aria sono disponibili su siti web gestiti dalle autorità locali: Regioni, Province, Comuni, ARPA e APPA.