L’utilizzo dei rifiuti organici per produrre biometano e ridurre l’emissione di gas serra provenienti dai trasporti.

Per vincere la più importante sfida del nostro secolo, cioè limitare l’incremento della temperatura globale per prevenire gli effetti catastrofici del cambiamento climatico in atto, occorre assolutamente ridurre le emissioni di gas serra. Come fare?

In Italia le emissioni di gas serra stanno diminuendo, tranne che nel settore trasporti su gomma. Ma le soluzioni ci sono: una è l’utilizzo dei rifiuti organici per produrre biometano

I dati sulle emissioni in Italia non sono recentissimi. Dall’ultimo rapporto dell’ISPRA pubblicato nel 2014 si evince che dal 1990 al 2012 le emissioni CO2 eq sono diminuite dell’11% passando da 435 a 387 milioni di tonnellate per la riduzione delle emissioni prodotte dal settore industriale.

La CO2 proveniente dal settore trasporti – che rappresenta circa il 27,4 % del totale delle emissioni – è invece aumentata passando da 103 milioni di tonnellate del 1990 a 106 milioni di tonnellate nel 2012, di cui ben 98 provenienti dal trasporto su strada.

Non tutti i biocarburanti hanno però lo stesso impatto: il biometano riduce dell’80% le emissioni di gas a effetto serra, non genera emissioni di composti tossici e cancerogeni di polveri fini ed è il più economico. L’Italia ha un’ottima rete di distribuzione del metano per auto, è infatti il primo paese europeo in Europa con 1.164 impianti attivi, e  circolano già circa 800.000 auto a metano quindi il suo utilizzo è facilitato e contribuirebbe alla riduzione dell’approvvigionamento di metano da altri Paesi.

Certo il biometano non può ancora soddisfare totalmente il fabbisogno dei circa 50 milioni di veicoli circolanti in Italia poichè occorre agire su diversi piani come la riduzione del trasporto su gomma e l’incentivo all’uso del trasporto pubblico, ma il suo sfruttamento può sicuramente contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2

L’Accordo sul clima di Parigi (COP 21) è stato un passo in avanti, ma occorre passare dalle strette di mano e dalle firme dei trattati alle azioni concrete, intervenendo su più fronti per andare verso una sostanziale riduzione della dipendenza da fonti fossili, puntando a massimizzare l’uso di fonti energetiche rinnovabili. Purtroppo, quando si passa ai fatti spuntano i soliti problemi di carattere normativo. In Italia il Decreto Ministeriale 5 dicembre 2013, detto “Decreto Biometano”, che norma operativamente le modalità di incentivazione alla produzione del biometano, non ha funzionato per diversi motivi. Ora, dopo la fase di consultazione, durata dal 13 dicembre 2016 al 13 gennaio 2017, si attende la pubblicazione del nuovo “Decreto Biometano bis”, che dovrebbe contenere semplificazioni e interessanti novità volte ad agevolarne e incentivarne l’uso. Speriamo sia la volta buona.

 

di Ing. Francesco Sicilia

 

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