La tecnica
Tecnica
Per eseguire la respirazione completa, questa deve essere calma e profonda e non deve essere praticata a scatti o forzatamente. Respirare secondo i dettami della scienza yoga deve diventare una gradita abitudine.
Cominciamo dall’espirazione, perché è questa la fase più importante della respirazione, contrariamente a quanto siamo soliti pensare e fare. In ogni circostanza, dunque, bisogna liberare in profondità i polmoni dall’aria viziata, prima di inspirare aria fresca.
Ora ci mettiamo seduti, colonna vertebrale, collo e capo eretti. Nell’espirare bisogna contrarre prima la parete addominale e quindi vuotare la cassa toracica, per percepire l’espirazione. Inizialmente aiutiamoci con una leggera pressione delle mani ai due lati della cassa toracica. Il diaframma tende a salire verso il torace. L’espirazione deve durare il doppio della inspirazione (6 secondi circa). Per facilitare il rallentamento dell’espirazione possiamo poggiare il mento verso lo sterno e proveremo una meravigliosa sensazione di benessere.
Il respiro deve essere come un’onda tranquilla, quindi inspiriamo cominciando sempre dall’addome, gonfiandolo leggermente, per passare poi alla cassa toracica e agli apici.
L’inspirazione yogica completa unisce i tre modi di inspirare e li integra in un unico movimento ampio e ritmico. Il diaframma nell’ispirazione si abbassa verso gli organi addominali. Noi conosciamo generalmente solo 2 o 3 fasi della respirazione, ignoriamo la ritenzione a polmoni vuoti e quella a polmoni pieni (dal sanscrito suniaka e kumbaka). Dopo l’espirazione effettueremo una ritenzione a polmoni vuoti per la durata di un secondo, mentre la ritenzione a polmoni pieni seguirà l’inspirazione sempre per un secondo.
Questo ritmo respiratorio (6-1-3-1 secondi) non comporta alcun rischio e non ha controindicazioni, salvo casi di gravi disturbi patologici.