Più delle malattie cardiovascolari, più dei tumori. È la depressione è la prima causa di malattia e di disabilità nel mondo. Lo afferma l’Organizzazione mondiale della salute (OMS) che ha dedicato proprio alla patologia depressiva la Giornata mondiale della salute del 7 aprile. Il primo obiettivo della campagna OMS è quello di fare uscire dall’ombra le persone colpite (300 milioni nel mondo), affinché cerchino aiuto e non siano oppresse dal giudizio negativo della società.
I COSTI DELLA DEPRESSIONE
Più in generale, sono gli investimenti per la salute mentale che scarseggiano. Sono l’1 per cento dei budget sanitari nei paesi più poveri e il 5 per cento in quelli più ricchi. Un errore strategico e anti-economico, sostiene l’OMS, che ricorda come per ogni dollaro investito in cure per ansia e depressione ci sia un guadagno quadruplicato in termini di salute e capacità produttiva.
DEPRESSIONE NON VUOL DIRE UNA SOLA MALATTIA
Osservate speciali sono le donne: dal periodo che precede la gravidanza alla menopausa, questa la fascia più a rischio. Ma di depressione non ce n’è una sola, per dirla con le parole di Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze del Fatebenefratelli-Sacco di Milano e presidente della Società Italiana di Psichiatria. «È come se ci si trovasse di fronte a una scala che va da uno a dieci: sul gradino più basso si trovano le forme transitorie di demoralizzazione e tristezza che fanno parte della vita di ognuno di noi. In cima quelle più gravi, che racchiudono quel trenta per cento di pazienti refrattari alle terapie e colpiti da una forte sintomatologia somatica». Di conseguenza possono variare i trattamenti: dalla psicoterapia all’intervento farmacologico, a seconda della gravità della forma della malattia, ma pure delle intenzioni del paziente: il primo approccio è più costoso, perché spesso portato avanti nel privato, il secondo presuppone l’«accettazione» degli psicofarmaci
DEPRESSIONE: QUALCHE DATO
A livello globale si è registrato un aumento significativo delle persone che vivono con la depressione: si stima un più 18 per cento fra il 2005 e il 2015. Se il primo bisogno è quello della conoscenza, motivo per cui la campagna dell’OMS si chiama Let’s talk, “parliamo di depressione”, resta alta la necessità di investimenti. Ancora troppe persone infatti vivono in posti dove i servizi e le cure sono una chimera. Anche nei paesi a reddito medio-alto quasi la metà di loro non segue alcun trattamento.
UN NUOVO ANTIDEPRESSIVO DOPO QUINDICI ANNI
Il ventaglio di scelta, da qualche giorno e quindici anni dopo l’ultima volta, risulta più ampio. Merito dell’introduzione sul mercato della vortioxetina (prossimo all’inserimento in fascia A: totalmente a carico del Servizio Sanitario Nazionale), il primo antidepressivo in grado di agire sui recettori di diversi neurotrasmettitori:serotonina in primis , ma anche dopamina, acetilcolina e noradrenalina. I vantaggi, per i pazienti, saranno evidenti. «Il farmaco è indicato per le depressioni moderate e severe e ridurrà sensibilmente due effetti collaterali di queste terapie: l’aumento di peso e il calo del desiderio sessuale. Migliori saranno anche le prestazioni cognitive per i pazienti: in termini di concentrazione, memoria e attenzione. È anche per queste ragioni che l’aderenza alle terapie è ancora insoddisfacente: oggi in Italia si cura soltanto un paziente depresso su tre».