Ci sono atleti olimpionici, soprattutto nuotatori, che hanno vinto medaglie d’oro pur soffrendo di asma. Con idonea protezione farmacologica si possono effettuare esercizi fisici e sport anche di tipo agonistico, riuscendo a raggiungere appunto i massimi risultati come le vittorie olimpioniche e/o i campionati mondiali. Ma non è sempre il caso di pensare alle medaglie più prestigiose,per chi soffre di asma basterebbe praticare con regolarità attività fisica quotidiana
(ovviamente sotto controllo medico specialistico e con prevenzione farmacologica del broncospasmo asmatico)
Quali sono le caratteristiche di questo tipo di asma?
L’asma da esercizio fisico (AEF) può essere definito come una sensazione di affanno che insorge dopo uno sforzo.
La frequenza di comparsa e di intensità di tale manifestazione clinica dipende da alcune variabili, come l’entità della ventilazione e la quantità di aria inalata nel corso dello sforzo, il grado di reattività di base delle vie aeree e l’intervallo di tempo rispetto ad un eventuale altro episodio precedente di broncospasmo da sforzo
La diagnosi di AEF viene posta facendo effettuare uno sforzo fisico massimale al soggetto in esame che deve trovarsi in condizioni di normalità ventiatoria.
In particolare la corsa libera induce la comparsa di asma più frequentemente che non altri esercizi, mentre meglio tollerati e quindi raccomandabili sono gli sport acquatici.
Come si può riconoscere l’asma da sforzo?
La comparsa di una moderata difficoltà respiratoria dopo uno sforzo è normale, perché il respiro si fa sempre più veloce e anche in una persona perfettamente sana o nei quali i sintomi da sforzo sono l’unica manifestazione di asma, il più efficace trattamento preventivo consiste nella inalazione di beta-2-stimolanti ad azione rapida, come il salbutamolo, pochi minuti prima dello sforzo. Altri farmaci (disodiocromoglica
nedocromile sodico, anticolinergici, teofillina, cortisonici per via inalatoria , antileucotrienici ed antagonisti selettivi dei recettori. H1 dell’istamina) sono in grado di modulare l’asma da sforzo.
Anche l’allenamento ed un adeguato preriscaldamento prima dello sforzo sono in grado di ridurre l’incidenza e la gravità dei sintomi da sforzo.
La frequenza di comparsa e di intensità di tale manifestazione clinica dipende da alcune variabili, come l’entità della ventilazione e la quantità di aria inalata nel corso dello sforzo, il grado di reattività di base delle vie aeree e l’intervallo di tempo rispetto ad un eventuale altro episodio precedente di broncospasmo da sforzo
La diagnosi di AEF viene posta facendo effettuare uno sforzo fisico massimale al soggetto in esame che deve trovarsi in condizioni di normalità ventiatoria.
In particolare la corsa libera induce la comparsa di asma più frequentemente che non altri esercizi, mentre meglio tollerati e quindi raccomandabili sono gli sport acquatici.
Pubblicato dal Prof. Gennaro D’Amato:” L’asma da sforzo” (che vince) Edizione Mediserve.