Con il cambio di stagione sono frequenti i disturbi della digestione; colpa solo del tempo o anche colpa nostra?
Durante i cambi di stagione è frequente il risvegliarsi di qualche disturbo che ritenevamo sopito. In primavera come in autunno moltissime persone si trovano a fare i conti con problemi di gastrite o reflusso gastro-esofageo. Colpa probabilmente dell’adattamento forzato alle nuove condizioni climatiche.
La primavera spesso rappresenta un fattore aggravante o scatenante, la classica goccia che fa traboccare il vaso e non la causa vera. In genere, infatti, coesistono altri fattori di rischio, quali abitudini alimentari scorrette, improntate all’iperalimentazione e al consumo di cibi irritanti per lo stomaco, il fumo, lo stress o alcuni trattamenti farmacologici. E’ innegabile, tuttavia, che il cambiamento di stagione può stimolare importanti vie nervose e ormonali che favoriscono un eccesso di secrezione acida nello stomaco che a sua volta rappresenta il comune denominatore di due dei più frequenti disturbi digestivi: la gastrite e il reflusso gastroesofageo.
La gastrite è un’infiammazione della mucosa che riveste internamente lo stomaco dovuta ad una aumentata produzione di acido, o ad una riduzione delle difese della mucosa stessa, o ad entrambi i fattori. Il sintomo principale è il bruciore di stomaco, talvolta accompagnato da nausea o vomito, o da una sensazione di difficoltà nella digestione.
Se il succo gastrico refluisce nell’esofago
Ne irrita la parete perché questa non è strutturata per resistere all’aggressione dell’acido prodotto dallo stomaco. Quando questa condizione si verifica si parla di reflusso gastro-esofageo mentre l’irritazione del rivestimento interno dell’esofago si chiama esofagite. I sintomi possono variare molto da persona a persona ma i più frequenti sono la pirosi, una sensazione di bruciore dietro lo sterno, ed il rigurgito di materiale gastrico nell’esofago, o addirittura nella parte posteriore della bocca, accompagnato da una sensazione di acidità. Per non dare a nessuno alibi del tipo “io non lo sapevo”, vale la pena richiamare l’attenzione su alcune regole di … buona condotta.
La moderazione prima di tutto:
E’ una sorta di “regola sacra” che vale per tutto l’anno ed ancor di più ai cambi di stagione. L’eccesso di cibo è uno dei principali fattori che fa produrre una maggiore quantità di acidi nello stomaco ed allunga i tempi della digestione. E’ preferibile, quindi, fare piccoli pasti ogni giorno perché le grandi abbuffate rendono particolarmente laboriosa la digestione e facilitano il reflusso di contenuto gastrico nell’esofago. E’ bene fare attenzione a cosa si porta in tavola per evitare di cadere vittime della gastrite o del reflusso gatroesofageo: cereali, come avena e riso, alcuni frutti, come mela e pera, e qualche verdura, specie finocchio e carota sono in genere molto graditi dallo stomaco perché facilmente digeribili. Gli alimenti grassi o fritti, i cibi troppo freddi o troppo caldi, caffè, tè e bevande gassate vanno ridotti o aboliti. E’ bene tenersi alla larga anche da spezie, pomodori e succo di limone, aglio, cipolla, gomme da masticare, cioccolata. Inoltre, è importante bere tanta acqua e non esagerare con il latte e i suoi derivati.
La pennichella non aiuta la digestione:
La tentazione di fare un sonnellino subito dopo pranzo o di sdraiarsi sul letto (o sul divano) a guardare la tv dopo cena, è sempre in agguato. In realtà, mettersi in una posizione orizzontale appena completato il pasto è una pessima abitudine perché facilita la risalita degli acidi dallo stomaco nell’esofago. E’ bene, quindi, resistere alla tentazione rimanendo a tavola o, meglio ancora, andando a fare una breve passeggiata; in questo modo lo svuotamento dello stomaco verrà accelerato, con conseguente diminuzione della sensazioni di pesantezza e di bruciore.
Al bando abiti e pancere strette e.. allentate la cintura:
Un abbigliamento che “strizza” la pancia rallenta lo svuotamento dello stomaco e facilita il reflusso gastroesofageo. E’ bene, quindi, indossare vestiti che siano della nostra taglia e che soprattutto non vadano a stringere la pancia. Se proprio si vuole indossare un abito di una taglia più piccola, bisogna prima perdere 4 o 5 chili!
I farmaci che ci aiutano… ad aiutare lo stomaco
I preparati farmacologici a base di alginato, di libera vendita, rappresentano un rimedio efficace per il reflusso gastroesofageo perché formano nello stomaco una sorta di “zattera” che galleggiando sul succo gastrico ne impedisce il reflusso in esofago. L’efficacia clinica di questi prodotti è legata anche al loro tempo di permanenza nello stomaco, superiore a quello di un comune pasto. Se il disturbo persiste… consultare il vostro medico che vi consiglierà al meglio.
Fonte:Magazine