Per la prima volta utilizzate a Napoli nel 1998 ed ora in uso diffuso in vari centri ospedalieri ed universitari,
Per la prima volta utilizzate a Napoli nel 1998 ed ora in uso diffuso in vari centri ospedalieri ed universitari
l’ omalizumab è particolarmente utile nella terapia dell’asma allergico grave. Omalizumab è il primo anticorpo monoclonale umanizzato IgG1 disponibile che ha come bersaglio le IgE libere, bloccando la loro successiva interazione con i recettori sia ad alta che a bassa affinità (FcɛRI e FcɛRII). Questo anticorpo monoclonale lega gli anticorpi dell’allergia, le IgE libere nel siero di sangue allo stesso sito del frammento Fc definito dominio Cɛ3 .
Di conseguenza le funzioni effettrici delle IgE risultano inibite poiché non si determina più il legame delle IgE ai recettori ad alta affinità delle cellule infiammatorie (mastociti e basofili) e quindi la loro conseguente attivazione . La diminuzione di IgE libere disponibili a legarsi sulla superficie dei mastociti arresta di fatto la cascata a valle responsabile della infiammazione allergica e dell’asma. Omalizumab ha molti effetti inibenti su marcatori cellulari e clinici dell’ infiammazione asmatica.
Nelle vie aeree dei pazienti con asma allergico, riducendo la concentrazione del recettore FceRI, omalizumab riduce nettamente l’eosinofilia oltre al numero di linfociti della sottomucosa sia T che B.
Studi in pazienti con asma atopico mostrano che gli anticorpi anti-IgE inducono una diminuzione dei livelli sierici di IgE in modo dose-dipendente e la broncocostrizione indotta dall’allergene sia durante la fase precoce che quella tardiva all’inalazione di allergene. Le IgE sieriche libere si riducono rapidamente dopo la sommininistrazione di Omalizumab e l’espressione dei recettori ad alta affinità nei soggetti atopici responsivi è significativamente ridotta dopo tre mesi di trattamento. Anche la reattività ai prick test si riduce.
Occorre però considerare che quando viene sospeso il trattamento con omalizumab dopo pochi mesi di terapia le IgE sieriche ritornano ai valori pre-trattamento come anche il numero dei recettori sulla superficie dei basofili. Questo “trend” riflette la tendenza dei sintomi legati alla patologia asmatica: quando si prolungano di molto gli intervalli o si sospende la terapia precocemente, la sintomatologia asmatica si ripresenta e c’è necessita di riaumentare la terapia farmacologica.
Analogo discorso vale anche per mepolizumab e reslizumab, che , come l’omalizumab, vanno praticati per tempi lunghissimi
Prof.Gennaro D’Amato