Cosa è importante sapere a proposito del vaccino.

Il genitore che va su internet, preoccupato per la salute del proprio bambino, non deve navigare poi molto prima di imbattersi in uno dei siti che creati per sconsigliare il vaccino.

Il genitore che va su internet, preoccupato per la salute del proprio bambino, non deve navigare poi molto prima di imbattersi in uno dei siti che creati per sconsigliare il vaccino.

Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha l’unico scopo di favorire la salute senza nessun altro intento, ha più volte avvisato l’Italia che la scriteriata campagna sta conducendo a un preoccupante aumento dei casi di morbillo, e dei suoi effetti collaterali, e i medici riferiscono di come ancora oggi tocchi registrare morti da morbillo che sarebbero state evitabili.

Lo spettro degli effetti collaterali, in realtà, già prima di questa assurda vicenda aveva intralciato la cura di altre patologie prevenibili tramite vaccino.

È il caso ad esempio di quelli antiallergici, molto utilizzati in passato fino a che non sono stati “accusati” di poter indurre shock anafilattico. Oggi sono di fatto in gran parte rimpiazzati dall’uso di estratti iposensibilizzanti somministrati per via sublinguale e periorale. Sono comunque da utilizzare solo su prescrizione specialistica e che la loro utilità è dimostrata, per il momento, solo in caso di utilizzo per almeno tre anni continuativi.

Quanto all’autismo, è opportuno mettere ben in chiaro che non c’è in atto alcuna epidemia: se rispetto al passato le diagnosi di autismo sono aumentate è solo perché oggi i medici riconoscono questo disturbo come una vera e propria patologia, che colpisce un bambino ogni 180 e presenta, appunto, disturbi dello spettro autistico.

La gravità varia da forme lievi ad altre gravi più gravi, ma in generale la patologia ha incidenza relativamente elevata. In Italia sono classificate 368mila famiglie con un soggetto colpito da autismo, che si forma durante la gestazione con una particolare conformazione di alcune aree cerebrali. Dal luglio 2015, una legge promulgata dal governo italiano affronta finalmente questa situazione troppo spesso lasciata sulle spalle delle famiglie.
Il passo in avanti risolutivo si è avuto con il riconoscimento della gravità del disturbo dello spettro autistico, ora inserito nei livelli essenziali di assistenza (LEA): trattamenti e riabilitazione dovranno essere assicurati a tutti i malati e alle loro famiglie, in tutte le Regioni, anche se purtroppo non sono ancora stati accantonati fondi ad hoc. Per il momento le Regioni, attraverso i LEA, dovranno comunque garantire le prestazioni per la diagnosi precoce, la cura e il trattamento personalizzato, ma anche corsi di formazione e sostegno alle famiglie con un bambino autistico.

Commenta

shares