ALLERGIE RESPIRATORIE ed ASMA in AUTUNNO-INVERNO Riacutizzazioni stagionali autunno-invernali delle allergie respiratorie
Consigli dal Prof.D’Amato
E’ noto che la sintomatologia allergica respiratoria (rinosinusopatia), asma e suoi equivalenti tussigeni ecc) è condizionata dall’esposizione ambientale non solo agli aeroallergeni ma anche a virus, agenti dell’inquinamento esterno ed interno, agenti occupazionali ecc. che interagiscono con il soggetto atopico, favorendo l’insorgenza di sintomi più o meno intensi a seconda delle differenti concentrazioni ambientali degli agenti flogogeni che, se hanno caratteristiche antigeniche, stimolano una risposta IgE-mediata o altrimenti comunque flogistica.
La primavera è la stagione che fa registrare la maggior frequenza di sintomi allergici da stimolazione prevalentemente pollinica, ma anche negli altri periodi dell’anno possono emergere sintomi clinici di rinite e/o di asma e ciò perché anche nelle altre stagioni si liberano in atmosfera pollini di piante allergeniche. In autunno negli ambienti esterni c’è una bassa stagione di pollini , meno intensa che in primavera, di graminacee, Parietaria, composite (artemisia e ambrosia) mentre in inverno troviamo soprattutto le cupressacee (Cipresso).
Nella stagione autunno-invernale si vive inoltre più frequentemente all’interno di ambienti confinati, per cui alla stimolazione esterna occorre aggiungere quella interna, soprattutto quella indotta dagli allergeni dei Dermatophagoides (acari della polvere) che, come vedremo, vengono prodotti e liberati in concentrazioni maggiori in questi periodi. Ovviamente tale effetto è maggiore nei soggetti con sensibilizzazione associata ad allergeni dell’ambiente esterno ed interno .
Gli aeroallergeni inducono sintomi in base a varie caratteristiche, quali concentrazione ambientale, potenza antigenica e dimensione del carrier. La dimensione della particella che li veicola condiziona infatti il sito di penetrazione nelle vie aeree delle particelle inalate .In base a ciò è noto che pollini di graminacee, avendo una dimensione media superiore ai 25-30 micron, si depositano soprattutto a livello nasale ed inducono sintomi prevalentemente rinitici, mentre ad esempio la forfora del gatto, avendo una dimensione molto piccola, di 2-3 micron, può penetrare più in profondità nelle basse vie aeree, inducendo asma oltre che rinite. Altra caratteristica è legata all’ “aggressività” antigenica sulle mucose delle vie aeree. Sintomi più intensi insorgono nei soggetti con sensibilizzazione ad antigeni più potenti, come quelli liberati da animali a pelo .