50 anni dalla scoperta delle IgE. Conosciamole meglio

LA SCOPERTA DELLE IgE Nel 1967 i coniugi giapponesi Kimishige e Teruko Ishizaka fornirono un contributo essenziale alla spiegazione dei fenomeni allergici grazie alla scoperta del ruolo degli anticorpi IgE (Immunoglobuline E).

In risposta all’esposizione ripetuta ad allergeni, come per esempio gli antigeni liberati dai pollini, gli individui allergici producono anticorpi della classe IgE che si legano ai mastociti.

Il legame tra IgE e mastociti e la successiva interazione delle IgE con gli allergeni provoca il rilascio di istamina dai granuli e la comparsa della sintomatologia allergica.

In concomitanza con gli Ishizaka, sempre alla fine degli anni ’60, due ricercatori svedesi del Karolinska Institutet di Stoccolma, Gunnar Johansson e Hans Bennich, scoprirono l’immunoglobulina E (IgE) dapprima definita IgND. Durante un convegno mondiale di allergologia, svoltosi a Stoccolma nel 1968, il professor Johansson affermò: “Quando una sostanza che produce una reazione allergica entra nel corpo, attraverso l’aria che respiriamo o il cibo che mangiamo, il sistema immunitario entra immediatamente in azione.

Il risultato è che inizia a formarsi uno speciale tipo di anticorpo, l’immunoglobulina E.

L’anticorpo si attacca ai mastociti, che sono cellule presenti in gran quantità nelle vie aeree e nel sistema digestivo. I mastociti cominciano a rilasciare sostanze (istamina, prostaglandine e leucotrieni) che causano la dilatazione dei piccoli vasi sanguigni, il rigonfiamento delle membrane mucose e la costrizione dei bronchi”. I due ricercatori osservarono inoltre che quantità elevate di IgND erano presenti nel siero degli atopici.

La caratterizzazione immunologica e fisico-chimica consentì di identificare la IgND con la IgE. Nel 1968 a Losanna un comitato nazionale di esperti ASMA E ALLERGIE NELLA STORIA del WHO decise di nominare in via definitiva IgE questa immunoglobulina, riconoscendola come la quinta classe anticorpale

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