L’osservazione relativa all’esistenza di interazioni tra vie aeree superiori ed inferiori in presenza di patologia asmatica non è recente. Già Ippocrate (460-370 aC), descrivendo le crisi di asma, sosteneva l’esistenza di componenti umorali che, originando nel cervello, discendevano poi nel naso e nei bronchi, ostruendo le vie aeree inferiori.
Questa teoria venne poi ripresa da Galeno (128-201 dC), il quale riteneva che la componente umorale di Ippocrate fosse costituita da “umori densi e vischiosi” che, discendendo dal cervello prima nel naso e poi nei bronchi, ostruiscono le vie aeree inferiori, per cui gli asmatici “vengono soffocati dall’asma, che si manifesta come fame d’aria, dilatazione toracica e dispnea prevalentemente espiratoria”.
Solo gli studi successivi consentirono di osservare che il cervello era anatomicamente separato dalle vie aeree superiori, sì che non era possibile il passaggio dei suddetti umori. Quello che è possibile invece è il drenaggio retronasale di muco, che, discendendo per gravità attraverso il laringe, può contribuire a stimolare l’insorgenza e ad amplificare la flogosi delle vie aeree inferiori.
Negli anni recenti si sono approfondite le nostre conoscenze relative all’esistenza di correlazioni tra vie aeree superiori ed inferiori relativamente ad affezioni come quelle allergiche che interessano, in concomitanza o in successione, i due tratti dell’apparato respiratorio. Vari anni fa venne anzi coniato il termine di “sindrome rino-bronchiale” per etichettare quadri patologici con caratteristiche prevalentemente infettive, rappresentate in genere da rinosinusiti croniche associate o seguite da tracheobronchiti ricorrenti.
Numerosi dibattiti si sono poi succeduti nel tentativo di focalizzare tale problematica, su come cioè l’infiammazione nasale, semplice o con sovrapposta infezione batterica, potesse indurre eventi patologici sulle vie aeree inferiori. Se cioè ci fosse dipendenza tra i due settori o non si trattasse piuttosto di una unica patologia con espressioni flogistiche a vari livelli. Ebbene le concezioni sulla “sindrome rino-bronchiale” sono state progressivamente modificate sulla base delle migliorate conoscenze, oltre che di fisiopatologia e di farmacologia clinica, anche di biochimica e di biologia molecolare, con studi effettuati su prelievi bioptici o sui reperti ottenuti con lavaggi endonasali e broncoalveolari.
Sono state così approfondite le conoscenze relative ai meccanismi di regolazione neurorecettoriale delle vie aeree e sono stati identificati numerosi mediatori chimici che agiscono su entrambi i settori delle vie aeree o prevalentemente su uno di essi. Le conoscenze precedenti sono state quindi integrate e/o sostituite da ricerche sperimentali e cliniche sui rapporti tra patologie nasali ed ostruzione bronchiale, siano esse manifesti che latenti, tra “clearance” mucociliare nasale e bronchiale e quindi tra coinvolgimento flogistico delle due parti, superiore ed inferiore, dell’apparato respiratorio.
E’ stato ad esempio osservato che l’innervazione e la regolazione neurovegetativa del naso e delle vie aeree inferiori sono molto simili. Le rilevanti differenze dei substrati anatomici condizionano però risposte ai vari stimoli molto diverse nei due settori.
Se negli animali il naso ha principalmente il ruolo di organo dell’olfatto, nell’uomo la sua funzione principale è di condizionamento dell’aria inalata. In particolare, esso riscalda, umidifica e depura l’aria. Per la sua posizione anatomica il naso costituisce, in condizioni di respirazione fisiologica, il primo filtro dell’aria inspirata ed il luogo di deposito prevalente delle particelle in esso contenute.
La funzione di filtro del contenuto aereo inalato avviene nel naso grazie a vari meccanismi, come presenza di vibrisse, strato mucoso, variazioni di calibro delle cavità, clearance mucociliare, impatto inerziale, precipitazione elettrostatica nonché mediante il sistema immunitario, che è attivo a livello delle vie aeree sia con la componente umorale umorale che con quella cellulare.
Grazie a questi e ad altri meccanismi, in condizioni fisiologiche avviene la protezione delle vie aeree inferiori. In condizioni patologiche invece, le vie aeree superiori coinvolgono quelle inferiori, peggiorandone le condizioni. Diversi studi hanno dimostrato che la rinite e l’asma frequentemente si manifestano insieme e sintomi nasali sono stati segnalati tra il 30% e l’80% dei pazienti asmatici, se paragonati con circa il 20% della popolazione generale.
E’ difficile stabilire se la rinite rappresenti la prima manifestazione di una allergopatia respiratoria in un paziente che successivamente sviluppa asma o se la patologia nasale costituisca l’espressione di una sindrome che coinvolge sia le vie aeree superiori che quelle inferiori. Un paziente con ostruzione nasale derivante da una rinite allergica non curata adeguatamente è comunque
(E’ IMPORTANTE!)
l’utilità di utilizzare le soluzioni saline ipertoniche mattina e sera per tempi lunghi non solo per un lavaggio delle cavità nasali ma anche per migliorare il trofismo del naso e delle vie aeree superiori.