Rinite allergica può diventare asma:
Sono due patologie che si tengono per mano, le riniti allergiche e le complicazioni bronchiali che portano all’asma: tutti gli errori che facciamo con gli spray nasali senza controllo, i vaccini, il segreto per mantenere una buona qualità di vita anche se si arrivi all’asma
intervista col prof. Gennaro D’Amato, presidente del Comitato World Allergy Organization Tweet4 Gennaro D’Amato, presidente del Comitato World Allergy Organization
Rinite allergica può diventare asma:
Professore quando una allergia può degenerare in asma bronchiale?
è un percorso “obbligato” in malati con forti sintomi da allergia respiratoria o le due patologie restano differenti.
Nei soggetti allergici c’è una interazione stretta tra rinopatie ed asma bronchiale, frequentemente la sintomatologia nasale si complica con quella bronchiale per interazioni proinfiammatorie che esistono tra vie aeree superiori ed inferiori. Il naso infatti riscalda, umidifica e depura l’aria ma quando è ostruito per una rinopatia allergica costringe a respirare a bocca aperta aria non depurata per cui più facilmente può insorgere asma e tosse. Inoltre, quando c’è una allergia delle prime vie aeree, dalla parte posteriore del naso tendono a gocciolare nelle vie aeree inferiori muchi carichi di prodotti infiammatori che vanno a stimolare proprio i bronchi. La interazione stretta tra vie aeree superiori ed inferiori va sotto il nome di “united airways” per il substrato infiammatorio comune o con sindrome rino-bronchiale per l’infiammazione che dal naso poi tende a “scendere” nelle vie aeree inferiori con sintomi asmatici.
Quali sono i sintomi dell’asma bronchiale?
La classica crisi di asma è caratterizzata da fame d’aria con difficoltà variabile, da lieve a molto grave, ad immettere aria nel torace, ma soprattutto ad espellerla: il malato, giustamente, si allarma molto e si impressiona. Esistono però altre forme, meno appariscenti ma ugualmente gravi, come tosse continua e fastidiosa, legata ad uno spasmo delle vie aeree. L’insorgenza delle crisi asmatiche può essere notturna, soprattutto nei soggetti allergici agli acari della polvere, o avvenire di giorno, come avviene ad esempio ai soggetti con allergia stagionale ai pollini di erbacce quando si trovano in zone con elevate concentrazioni di questi pollini.
L’asma insorge sempre nell’età infantile o può presentarsi per la prima volta anche in età adulta?
L’asma bronchiale in taluni soggetti può insorgere per la prima volta anche in età adulta, talvolta anche in chi non ne aveva mai sofferto in precedenza. Occorre però sottolineare che anche quando la sintomatologia clinica regredisce o addirittura scompare, come avviene ad esempio con la pubertà, tende purtroppo a permanere, nel soggetto allergopatico, un substrato di iperreattività, cosiddetto “aspecifico”, che predispone all’insorgenza di nuove crisi. Ciò significa che l’asma può ricomparire se questi soggetti, forti del fatto che non hanno più sintomi, si espongono ai vecchi allergeni o a fumo, profumo eccetera.
Vaccinarsi contro l’allergene che scatena l’allergia ha una ricaduta positiva anche per l’asma bronchiale?
L’iposensibilizzazione specifica (il cosiddetto vaccino antiallergico, che viene effettuato attualmente soprattutto in gocce sublinguali) può essere utile nel senso che può ridurre la sensibilizzazione delle vie aeree nei soggetti allergici ma è una terapia di prescrizione esclusivamente specialistica nei soggetti che presentano una sola specifica sensibilizzazione. Quando invece il malato è reattivo a varie forme allergiche, pollini di varie specie, forfora di animali domestici, acari della polvere, il vaccino non aiuta. Generalmente la iposensibilizzazione va iniziata in autunno e, se si notano miglioramenti, va effettuata per anni, in associazione comunque con la terapia farmacologica, che può essere ridotta se la sintomatologia migliora.
A proposito di farmaci, molti ne abusano per queste due patologie, riuecendo però a controllare solo i sintomi: esiste una soluzione terapeutica definitiva che porti alla guarigione?
Purtroppo non esiste attualmente una guarigione nelle allergie e nell’asma ma è possibile tenerle sotto controllo con adeguate terapie. Non c’è niente di più errato dell’usare solo farmaci sintomatici come ad esempio i decongestionanti nasali spray, che alla lunga determinano ipertrofia dei turbinati ed anche turbe cardiovascolari perchè la fenilefrina o similari simpaticomimetici, che agiscono decongestionando il naso per breve tempo, si assorbono nel circolo sanguigno. Errato è anche l’uso della cosiddetta “iniezione di cortisone retard” che induce effetti collaterali non indifferenti. Esistono invece molti farmaci utili per il trattamento delle allergie respiratorie: antistaminici di nuovissima generazione privi di effetti collaterali come sonnolenza; cortisonici a basso dosaggio per somministrazione intranasale, soprattutto dopo lavaggi nasali con soluzione saline, ma anche per l’asma bronchiale abbiamo molti prodotti, soprattutto per via inalatoria (spray o polveri) con associazioni di broncodilatatori e corticosteroidi in grado di ridurre l’infiammazione e di eliminare il broncospasmo, garantendo una buona qualità della vita del soggetto asmatico. Solo se però si cura in modo adeguato e con continuità .
Il segreto consiste proprio nella pratica quotidiana di questi farmaci riducendone la dose se la sintomatologia migliora ed aumentandola se tende a peggiorare.