E’ importante ricordare che nonostante sia la stagione primaverile ad avere la massima concentrazione di pollini allergenici anche nelle altre stagioni si liberano in atmosfera pollini di piante allergeniche.
Esistono pollinosi definite autunno-invernali come quelle delle cupressacee, che vengono spesso misconosciute ed attribuite a virus piuttosto che ad un polline.La corretta diagnosi è assolutamente importante per impostare la corretta terapia.
Nella stagione autunno-invernale si vive inoltre più frequentemente all’interno di ambienti confinati, per cui alla stimolazione esterna occorre aggiungere quella interna. D3)
Per una corretta diagnosi differenziale quali sono i principali sintomi da valutare?
I principali sintomi di rinite allergica sono:
– rinorrea acquosa
– starnuti a salve
– ostruzione nasale
– prurito nasale
– congiuntivite
I sintomi non tipici sono rappresentati da: – sintomi unilaterali – ostruzione nasale isolata – rinorrea purulenta – rinorrea posteriore isolata – dolore, anosmia – epistassi ricorrenti
Un raffreddore stagionale (rinite virale) ha queste invece caratteristiche : dura in generale dai 7 ai 10 giorni, e si presenta con produzione di muco spesso accompagnato da febbre D4)
Quali sono i principali allergeni autunno invernali?
Graminacee, urticacee come Parietaria, artemisia, ambrosia, ma anche chenopodiacee ed amarantacee, cupressacee, betullacee, coriacee, pinacee. D 5)
Qual è la loro distribuzione?
I loro pollini hanno peculiarità prevalentemente anemofile, vengono cioè diffuse con il vento e con la microturbolenza. D6)
Quali sono invece i principali allergeni indoor?
Acari della polvere e del materasso, Animali domestici, Muffe, Blatte. Gli acari inoltre sono i principali responsabili delle manifestazioni allergiche respiratorie polistagionali, in particolare dell’asma bronchiale infantile D7)
Le linee guida classificano questo tipo di allergie?
La prima classificazione delle linee guida parlava di allergie “stagionali” o “perenni” La Nuova classificazione invece definisce le allergie come “intermittenti” o “persistenti” non sovrapponibile né intercambiabile con la vecchia classificazione.
In particolare: Intermittente < 4 giorni/settimana o < 4 settimane Persistente > 4 giorni/settimana e > 4 settimane Si definiscono anche altre forme di allergia come – forma lieve: assenza di disturbi collegati, come problemi del sonno e interferenza con la vita scolastica, professionale e con le attività quotidiane; – forma moderata-grave: la patologia causa disturbi del sonno e/o interferisce con la vita di ogni giorno D8)
Qual è l’incidenza di pazienti con allergia persistente ?
E’ variabile in funzione dell’età. In quella infantile tra 80-90 % degli allergici-atopici presenta sensibilizzazione ad allergeni perenni, in particolare acari della polvere.
Crescendo, soprattutto nell’età postpubere, si assiste ad un aumento della forma “intermittente” (ex-stagionale) per un incremento della sensibilizzazione agli allergeni pollinici, soprattutto Graminacee, Parietaria, Olivo ecc. che si porta verso un 40% mentre quella persistente tende a scendere.
Molto frequente è però l’associazione della sensibilizzazione ad allergeni stagionali e perenni. Inoltre è opportuno tener presente che queste frequenze percentuali sono variabili anche in funzione dell’area geografica in cui vive il paziente allergico. In Italia settentrionale ad esempio è decisamente più alta la frequenza di sensibilizzazione, in età pediatrica, ad allergeni stagionali, in particolare Graminacee.
Prof Gennaro D’Amato MD
Coordinatore Commissione GARD “Ambiente e Salute Respiratoria” Ministero della salute Italia
Chairman Committee World Allergy Organization on “Air pollution, Climate Change and Respiratory Diseases