Le persone con asma – secondo uno studio pubblicato sulla rivista Chest (dicembre 2016), soffrono spesso anche di insonnia e viceversa, la presenza di insonnia peggiora la gestione dell’asma stessa.
Gli autori dello studio hanno evidenziato che il 37% delle persone con asma lamentano anche insonnia; quando non dormono a sufficienza, questi pazienti manifestano anche un peggioramento della funzione polmonare. La presenza di insonnia peggiora drasticamente la qualità della vita dei pazienti con asma che hanno riferito anche disturbi d’ansia e depressione.
L’ insonnia, dunque, non è un problema dovuto solo alla cattiva respirazione indotta dall’ asma, ma rappresenta una comorbilità per l’ asma, specialmente nelle persone con condizioni economiche meno favorevoli.
Che l’asma bronchiale corrisponda ad una malattia respiratoria che presenta in modo caratteristico una ostruzione dei bronchi è cosa nota da sempre . E che tale ostruzione si renda poi responsabile di una sintomatologia particolarmente disagevole per il paziente che ne è affetto, presentandosi clinicamente con i suoi classici quattro sintomi (tosse, dispnea, sibilo espiratorio e senso di costrizione al torace, è un dato provato e incontestabile da tempo.
Per quanto non sia un mistero il fatto che la sintomatologia asmatica, interferendo con il benessere respiratorio del paziente, possa spesso rendersi responsabile di disturbi del sonno legati alla notevole frequenza con la quale l’asma tende a dare segno di sé proprio nel corso del riposo notturno, desta invece stupore quanto rilevato da alcuni ricercatori. In uno studio che ha preso in considerazione alcuni membri della popolazione norvegese, infatti, in soggetti di età compresa tra venti e sessantacinque anni durato più di dieci anni e pubblicato su di un’autorevole rivista scientifica internazionale ( European Respiratory Journal), si è definito che i soggetti che presentano insonnia, intesa nei termini di quella vasta gamma di disturbi del sonno che vanno dalla difficoltà ad addormentarsi, all’interruzione del riposo notturno, fino ai risvegli precoci del mattino con difficoltà a riaddormentarsi, sono esposti ad un maggior rischio di diventare asmatici nel corso della vita, con una possibilità che questo capiti due-tre volte maggiore rispetto alla popolazione che presenta invece un sonno fisiologico ed un riposo notturno ristoratore.
L’asma, così come altre malattie particolarmente complesse per quanto concerne cause ed effetti, è stata considerata un prototipo di malattia psicosomatica.
Tuttavia, il fatto che gli attacchi d’asma possano essere anche scatenanti o che la condizione dei pazienti asmatici possa essere peggiorata da particolari emozioni (come ansia, stress, stati emotivi negativi, ecc.) non è un dato assodato e molti studi hanno criticato questa ipotesi.
Anzi, alcune ricerche che hanno cercato di correlare gli stati d’ansia con eventuali esacerbazioni dei sintomi d’asma nei pazienti non sono riuscite a supportare l’idea che tra asma ed emozioni possa esserci un legame.