Da quando è iniziata l’epidemia COVID-19 abbiamo osservato da vicino cosa vuol dire avere a che fare con quella che è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “ una Pandemia”. Questo termine indica, secondo Wikipedia, una “malattia epidemica che, diffondendosi rapidamente tra le persone, si espande in vaste aree geografiche su scala planetaria, coinvolgendo di conseguenza gran parte della popolazione mondiale nella malattia stessa o nel semplice rischio di contrarla.
COSA CI HA INSEGNATO IL Covid19?
Questa situazione presuppone la mancanza di immunizzazione dell’uomo verso un patogeno altamente virulento”. La “mancanza di immunizzazione” si riferisce al fatto che si tratta di un virus sconosciuto prima che comparisse in Cina a Whuan a fine 2019 e quindi con tutta l’umanità non immunizzata per assenza di contatto precedente con il virus e all’assenza attuale di un vaccino specifico per il SARS-Cov19, che noi ci auguriamo al più presto di avere e di praticare in larga scala per poter sconfiggere l’aggressività di questo virus definito giustamente un “bastardo” e creando finalmente l’immunità di gregge.
Il significato della denominazione SARS sta nel prefisso che definisce il coronavirus responsabile della Covid19 con la definizione di SARS-COV2 : Severe Acute Respiratory Syndrome, una malattia respiratoria cioè che è Severa (cioè grave) ed acuta ed è fuori dubbio la più terribile epidemia che sta colpendo tutta la terra da un secolo ad oggi, cioè dalla epidemia di spagnola del 1918-1920 che colpì 500.000.000 di persone facendo 50.000.000 di decessi. Covid19 colpisce soprattutto l’apparato respiratorio inducendo desaturazione di ossigeno, cioè riducendo a volte anche di molto i valori di saturazione evidenziati al pulsossimetro che si applica ad un dito della mano e che dovrebbero andare, in soggetti normali, da 96 a salire fino a 100 e invece in caso di Covid i valori tendono a scendere anche al di sotto di 90. Per spiegare in breve cosa avvenga dobbiamo tener presente che con la respirazione entra nelle vie aeree l’aria che, penetrando attraverso i bronchi, raggiunge gli alveoli polmonari e va ad ossigenare il sangue che arriva ai polmoni da tutto l’organismo e deve essere depurato dell’anidride carbonica di cui si è arricchito nei vari tessuti ed organi del corpo. L’afflusso di sangue al polmone attraverso i capillari sanguigni garantisce l’ossigenazione di tutto il corpo .
In breve per una corretta ossigenazione occorre – Che arrivi sufficiente aria ai polmoni; – che gli alveoli polmonari siano aperti e non riempiti da tessuto infiammatorio indotto ad esempio da polmonite; – che lo spazio tra alveoli e capillari sia garantito, che non ci sia cioè una interstiziopatia o una polmonite interstiziale che il coronavirus spesso induce negli affetti con blocco alveolo-capillare e con desaturazione arteriosa di ossigeno (insufficienza respiratoria ipossiemica che richiede ossigenazione in vario modo, fino alla intubazione con ventilazione invasiva) e che lo scambio gassoso tra polmone e sangue sia efficiente. L’ATTACCO DEL SARS-COV-2 all’apparato Respiratorio Come abbiamo accennato il SARS-COV-2 ha uno specifico tropismo (attrazione) per le parti profonde dell’apparato respiratorio.
In altre parole, mentre altri agenti provocano danno polmonare come complicanza magari per una sovrapposizione batterica della loro azione infettiva, il SARS-COV-2 agisce direttamente a livello polmonare e dell’endotelio vasale, intaccando il delicato sistema di scambi gassosi inducendo polmonite interstiziale e tromboembolia polmonare e sistemica. In soggetti predisposti che è praticamente impossibile identificare allorchè si ammalano, si genera, a seguito dell’infezione e dopo alcuni giorni di malattia, una situazione di iperreattività immunitaria (cosiddetta “tempesta citochinica” che coinvolge mediatori umorali dell’infiammazione, i cosiddetti mediatori chimici capaci di instaurare a livello polmonare una situazione di esagerata risposta che si evidenzia sotto forma di un rigonfiamento (edema infiammatorio) degli spazi esistenti tra pareti alveolari e capillari (polmonite interstiziale) tale da impedire il passaggio di ossigeno tra alveoli e sangue.
Si accumula secrezione all’interno degli alveoli sottraendo spazio all’aria (Sindrome da distress respiratorio acuto o ARDS). Ma ancora peggio: a seguito dell’ipossigenazione inizia una cascata di danno multiorgano (reni, cuore, ecc.) che può fare precipitare il quadro in modo rapido, imprevedibile e drammatico. E poi si può determinare una situazione di alterata perfusione sanguigna polmonare sotto forma di microtrombi cioè piccoli tappi, che impediscono una efficiente circolazione del sangue all’interno del sistema di ossigenazione. Per fortuna l’esperienza di questi mesi, dalla comparsa di Covid19 a febbraio 2020 in Italia finora ci ha insegnato che è importante utilizzare farmaci come l’eparina a basso peso molecolare, i cortisonici (soprattutto il desametazone), il Remdesivir (che ancora non è reperibile in commercio) e, ci auguriamo in breve tempo gli anticorpi monoclonali, in attesa di un efficace vaccino antiSARS-Cov-2 che ci auguriamo possa essere pronto entro la fine di questo terribile anno.
COSA CI HA INSEGNATO IL Covid19?
Che dobbiamo attenerci alle norme prudenziali, soprattutto quelle igieniche (lavaggio frequente delle mani), evitare di dare la mano ma salutare da lontano con un inchino; – Che non possiamo abbracciare i nostri figli e nipoti anche se questo è molto triste perché dobbiamo mantenere le distanze dgli altri; – Che dobbiamo mettere SEMPRE la mascherina fino a che questo virus bastardo non scomparirà. Questa pandemia ha fatto anche comparire personaggi strani, i cosiddetti negativisti, in realtà squallidi soggetti , alcuni anche medici, che sono andati dicendo che l’epidemia non è affatto grave, anzi, che le bare di Bergamo portate dai camion militari sono delle fake news e che non è vero che sono morti 174 medici (tra i quali miei cari amici estremamente attivi e senza alcuna pregressa patologia) e queste sono BESTEMMIE che andrebbero punite con l’espulsione di questi soggetti dall’Ordine dei medici.
Professore Gennaro D’Amato, Pneumologo, Allergologo